“Sono nessuno!”, il libro del maestro orafo crotonese, è stato scelto grazie al suo valore didattico per il progetto di lettura e scrittura dalla direttrice dell’Istituto, Angela Paravati.
Un incontro emotivamente intenso quello tra il maestro orafo crotonese Gerardo Sacco con un gruppo di detenuti dell’Istituto penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro: due ore di emozione palpabile, di condivisione profonda, di scambio d’esperienze e di crescita comune.
Un incontro che mi ha allargato il cuore – ha detto, visibilmente commosso, il maestro – per tutto l’affetto che mi avete dimostrato.
Sono stati tanti, infatti, i doni riservati al maestro, tra lettere, poesie e vere e proprie opere d’arte realizzate nei numerosi laboratori che i detenuti possono scegliere di seguire.
L’incontro è nato da una felice intuizione della direttrice, Angela Paravati, che ascoltando Sacco parlare del suo libro intervista (scritta da Francesco Kostner) “Sono nessuno! Il mio lungo viaggio tra arte e vita”, ha pensato di valorizzare il potenziale didattico dell’opera, proponendola per il progetto di lettura e scrittura che l’Istituto promuove da cinque anni a questa parte.
Quando l’ho ascoltato a Soverato – ha spiegato introducendo l’incontro – sono stata colpita dalla sua affermazione ‘avrei potuto facilmente prendere anche io una cattiva strada’. E ho pensato che quest’uomo dalla grande umiltà, bontà d’animo e caparbietà, un imprenditore che ha scelto di restare a Crotone, un artista che ha saputo coltivare il suo dono in mezzo a tante difficoltà, poteva essere d’esempio e sprone per quelli che, qui dentro, stanno provando a costruirsi una vita migliore.
I partecipanti al progetto hanno, dunque, letto e approfondito il libro assieme alle docenti Giorgia Gargano e Ilaria Tirinnato; quindi hanno sottoposto al maestro alcune domande, e gli hanno pure inviato alcune lettere, in attesa di un confronto diretto con lui.
Un uomo – ha aggiunto il magistrato di sorveglianza Angela Cerra – capace di coinvolgere tutti con il suo messaggio di umiltà, amore e speranza; un messaggio utile per tutti.
Giacomo Salatino, portavoce dell’azienda, descrive Gerardo Sacco come un ragazzo che ha saputo inseguire il proprio sogno, senza fermarsi davanti alle difficoltà e dando vita ad un’azienda che oggi da’ lavoro a circa 50 persone. Da qui il momento di confronto vero e proprio:
Per me essere qui è una grandissima emozione – ha affermato Gerardo Sacco – Mi sento un ragazzo fortunato, e non lo dimentico. In voi rivedo la storia della mia vita; sarebbe bastato pochissimo perché io mi trovassi da un’altra parte, e di questo devo ringraziare il rigore e l’attenzione di mia madre. Sono convinto che l’importanza del rispetto delle regole vada insegnata da bambini, da un esercito di educatori. Potremmo evitare così tanti dispiaceri e tante sofferenze
Tra domande e risposte, in una mattinata intensissima e commovente, il maestro è stato omaggiato di doni bellissimi e dal significato molto profondo. Un libro artigianale realizzato nel laboratorio di sartoria in cui è stata raccolta la “Collezione di gioielli della S1”: frasi, concetti, immagini in cui ciascuno ha espresso il proprio concetto di gioiello, siano essi i propri figli, gli anziani, la fede. Poi il “pupo” che rappresenta Carlomagno, colui che ha saputo considerare tutti uguali, ricchi e poveri, nobili e ladri, uomini e donne, rispettando tutti allo stesso modo e regalando a tutti una seconda possibilità. Ancora, una bellissima lira realizzata in cioccolato purissimo. Una bambola che rappresenta la “pacchiana” E poi una collana di “cuticchie”, a riprendere una delle sue opere più emblematiche; solo che questi sassi vengono dal campo sportivo dell’Istituto, e sotto ciascuna i detenuti hanno scritto una parola, che simboleggia un valore o una speranza. Un talentuoso ospite dell’Istituto ha poi consegnato al maestro un suo disegno, ed una maschera apotropaica realizzata in ceramica. E sempre dal laboratorio di ceramica è arrivata la piccola scultura di un Gerardo Sacco al lavoro al suo banco. Intensissimi anche i momenti in cui qualcuno ha voluto dedicare al maestro alcune poesie.
L’incontro si è concluso con un grande abbraccio collettivo e con la promessa di proseguire in questa, evidentemente proficua, collaborazione.